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Un'intensa Angela Pagano è "La Guardiana del faro"

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Napoli - Martedì 27 marzo al Teatro San Ferdinando è andata in scena la prima dello spettacolo “La Guardiana del faro”, che proseguirà fino a domenica 1° aprile. Il testo, vincitore del “Premio Scrittori in città 2008”, scritto da Francesco Scotto, è interpretato da una grande ed inten...

Napoli – Martedì 27 marzo al Teatro San Ferdinando è andata in scena la prima dello spettacolo “La Guardiana del faro”, che proseguirà fino a domenica 1° aprile. Il testo, vincitore del “Premio Scrittori in città 2008”, scritto da Francesco Scotto, è interpretato da una grande ed intensa Angela Pagano, che con efficacia e maestria ha disegnato un personaggio con mille chiaroscuri. Una donna provata dal forte dolore per la scomparsa del padre, che si ritaglia, nel suo faro, un piccolo mondo tutto per sè. La messinscena diretta da Norma Martelli, è stata arricchita dalle musiche originali di Nicola Piovani. Il testo è liberamente ispirato alla storia vera dell’unica donna che in Italia è stata guardiana di un faro. Vissuta per decenni in questo luogo impervio in completa solitudine, appagata dalla convivenza con la natura e con qualche animale domestico. Nel suo habitat la donna si è creata una sua dimensione, immaginando, nelle macchie di umidità e nelle crepe del muro, i suoi interlocutori a cui confidare le riflessioni su un mondo diventato sempre più invadente ed aggressivo. La scelta di Sesella di isolarsi nasce dall’inadeguatezza che prova nello stare con gli altri, convinta che ci si senta più soli quando si è in mezzo agli altri piuttosto che stando da soli. La vita scandita da ritmi regolari ormai decennali viene scombussolata improvvisamente da una lettera. Un vero e proprio momento di frattura nella vita della guardiana che avviene in seguito alla decisione di automatizzare il faro. Sarà costretta ad abbandonare l’ambiente che come lei stessa afferma ha curato come un figlio e a rinunciare alla sua vita isolata e silenziosa, per immergersi nella realtà assordante e caotica di un ambiente urbano. La donna rifiuterà totalmente di accettare quello che chiama l’inferno degli altri, tanto che sceglierà di togliersi la vita e di morire proprio lì, dove la sua vita si è svolta nella più totale e completa solitudine; lì, dove da sempre è stata la guida degli uomini di mare col fascio luminoso del suo faro; lì, dove si è consumato il suo più grande amore, quello che ti sconquassa dentro, quello che i poeti e scrittori raccontano nelle loro storie: l’amore per il mare.

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